Quando parli con con qualcuno e capisce che cosa fai per vivere, la prima cosa che pensa (se ha un pò di ritegno, altrimenti te la dice in faccia senza tanti preamboli) è che non sei un trader, ma uno scommettitore.
Nell'immaginario collettivo, il miglior modo per descrivere un trader è proprio quello del giocatore d'azzardo, dello speculatore, nell'accezione più negativa del termine, ovvero di chi trae dalla fortuna un profitto immeritato.
Quasi nessuno di preoccupa di sapere se chi ha davanti riesce ad avere una profittabilità consistente e costante: vede solo un giocatore d'azzardo.
Questo atteggiamento è spesso manifestato addirittura dai propri familiari, che vedono in chi si da da fare per sbarcare il lunario tra report della FED, annunci della BCE e compagnia cantante, solo un disgraziato che può lasciare in mezzo alla strada da un momento all'altro moglie e bambini.
Ma è davvero così ? Un trader è solo uno scommettitore ?
SI, un trader è un giocatore d'azzardo.
Lo è fino a che non diventa un trader con una certa esperienza.
Se non hai esperienza, se sei nuovo del gioco, sei semplicemente uno scommettitore. Nulla di più.
E se hai una famiglia da mantenere, moglie, marito o figli, allora stai scommettendo con loro, e prima te ne rendi conto, meglio è.
E allora quali sono le differenze tra uno scommettitore ed un vero trader ?
Un trader è uno scommettitore istruito, un giocatore che disputa solo le partite che ha la più alta probabilità di vincere.
È come uno psicologo che studia e cerca di comprendere ciò che sta alla base delle emozioni umane e che poi cerca di trarre profitto dalle trappole che da esse vengono tese.
Un trader è un condottiero che partecipa in un guerra in grande scala, ed usa la propria conoscenza del comportamento umano per scegliere da quale parte stare.
Il De Mauro cita: * azzardo: s.m. azione, comportamento dall’esito incerto, rischioso
Dunque l'amore è un azzardo ? La vita è un azzardo ? Crescere un figlio è un azzardo ?
Qualsiasi cosa è una scommessa in questo senso ...
Dunque anche essere imprenditori è una forma di azzardo.
Un'imprenditore non scommette forse che la propria azienda rimanga nella fase di crescita il più a lungo possibile ? Non conta sul fatto che la propria formula imprenditoriale attragga sempre più clienti ? E non ci investe soldi propri, o addirittura si indebita per dar vita ad un'attività senza nessun guadagno immediato ?
E volendo estremizzare, anche l'impiegato e l'operaio in un certo senso giocano d'azzardo, quando fanno affidamento sul fatto che l'azienda per cui lavorano non fallisca.
Attraversi la strada ? Non te ne accorgi, ma scommetti che l'ubriaco di turno non ti investa.
Vuoi cenare fuori al ristorante giapponese ? Inconsciamente scommetti che un cuoco che non parla la tua lingua si sia lavato bene le mani e non ti serva il pesce crudo dell'altro ieri ...
Francamente sono convinto che ogni sfida tesa a moltiplicare il denaro sia una forma di azzardo.
Se non siamo in grado di prenderci dei rischi nella vita, allora è meglio lavorare per qualcun altro, e stabilire definitivamente il nostro tenore di vita.
Il trading però offre una posizione privilegiata: il fatto di ESSERE sul mercato.
Chi non è sul mercato, può solo SUBIRNE le conseguenze.
Solo chi È sul mercato ha la POSSIBILITÀ di trarne profitto.
In fin dei conti, qualcuno lo chiama azzardo, qualcuno speculazione, altri investimento, ma a nessuno importerà più come chiamarlo, nel momento in cui produrrà benessere, o qualcosa di più.
La frase che mi piace sempre citare alla fine di discussioni come queste è sempre la stessa, di Sir Ernest Cassel, un banchiere Inglese di Edoardo VII:
"Quando ero giovane, mi chiamavano scommettitore.
Nel momento in cui la dimensione delle mie operazioni aumentò, mi diedero dello speculatore.
Ora mi chiamano banchiere.
Ma io, nella mia vita, ho sempre fatto la stessa cosa."
(When I was young, I was called a gambler. As the scale of my operations increased, I was known as a speculator. Now I am called a banker. But I have been doing the same thing all the time.)
Nell'immaginario collettivo, il miglior modo per descrivere un trader è proprio quello del giocatore d'azzardo, dello speculatore, nell'accezione più negativa del termine, ovvero di chi trae dalla fortuna un profitto immeritato.
Quasi nessuno di preoccupa di sapere se chi ha davanti riesce ad avere una profittabilità consistente e costante: vede solo un giocatore d'azzardo.
Questo atteggiamento è spesso manifestato addirittura dai propri familiari, che vedono in chi si da da fare per sbarcare il lunario tra report della FED, annunci della BCE e compagnia cantante, solo un disgraziato che può lasciare in mezzo alla strada da un momento all'altro moglie e bambini.
Ma è davvero così ? Un trader è solo uno scommettitore ?
SI, un trader è un giocatore d'azzardo.
Lo è fino a che non diventa un trader con una certa esperienza.
Se non hai esperienza, se sei nuovo del gioco, sei semplicemente uno scommettitore. Nulla di più.
E se hai una famiglia da mantenere, moglie, marito o figli, allora stai scommettendo con loro, e prima te ne rendi conto, meglio è.
E allora quali sono le differenze tra uno scommettitore ed un vero trader ?
Un trader è uno scommettitore istruito, un giocatore che disputa solo le partite che ha la più alta probabilità di vincere.
È come uno psicologo che studia e cerca di comprendere ciò che sta alla base delle emozioni umane e che poi cerca di trarre profitto dalle trappole che da esse vengono tese.
Un trader è un condottiero che partecipa in un guerra in grande scala, ed usa la propria conoscenza del comportamento umano per scegliere da quale parte stare.
Il De Mauro cita: * azzardo: s.m. azione, comportamento dall’esito incerto, rischioso
Dunque l'amore è un azzardo ? La vita è un azzardo ? Crescere un figlio è un azzardo ?
Qualsiasi cosa è una scommessa in questo senso ...
Dunque anche essere imprenditori è una forma di azzardo.
Un'imprenditore non scommette forse che la propria azienda rimanga nella fase di crescita il più a lungo possibile ? Non conta sul fatto che la propria formula imprenditoriale attragga sempre più clienti ? E non ci investe soldi propri, o addirittura si indebita per dar vita ad un'attività senza nessun guadagno immediato ?
E volendo estremizzare, anche l'impiegato e l'operaio in un certo senso giocano d'azzardo, quando fanno affidamento sul fatto che l'azienda per cui lavorano non fallisca.
Attraversi la strada ? Non te ne accorgi, ma scommetti che l'ubriaco di turno non ti investa.
Vuoi cenare fuori al ristorante giapponese ? Inconsciamente scommetti che un cuoco che non parla la tua lingua si sia lavato bene le mani e non ti serva il pesce crudo dell'altro ieri ...
Francamente sono convinto che ogni sfida tesa a moltiplicare il denaro sia una forma di azzardo.
Se non siamo in grado di prenderci dei rischi nella vita, allora è meglio lavorare per qualcun altro, e stabilire definitivamente il nostro tenore di vita.
Il trading però offre una posizione privilegiata: il fatto di ESSERE sul mercato.
Chi non è sul mercato, può solo SUBIRNE le conseguenze.
Solo chi È sul mercato ha la POSSIBILITÀ di trarne profitto.
In fin dei conti, qualcuno lo chiama azzardo, qualcuno speculazione, altri investimento, ma a nessuno importerà più come chiamarlo, nel momento in cui produrrà benessere, o qualcosa di più.
La frase che mi piace sempre citare alla fine di discussioni come queste è sempre la stessa, di Sir Ernest Cassel, un banchiere Inglese di Edoardo VII:
"Quando ero giovane, mi chiamavano scommettitore.
Nel momento in cui la dimensione delle mie operazioni aumentò, mi diedero dello speculatore.
Ora mi chiamano banchiere.
Ma io, nella mia vita, ho sempre fatto la stessa cosa."
(When I was young, I was called a gambler. As the scale of my operations increased, I was known as a speculator. Now I am called a banker. But I have been doing the same thing all the time.)
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